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Il nostro evento
Alle ore 20.00 potete gustare una cena tipica trentina (ispirata alle Feste Vigiliane) con prenotazione a: prenotazioni.socialstone@gmail.com (scrivendo nome, cognome, numero posti e specificare se solo spettacolo, oppure anche cena).
La Soffitta di Trento sulle orme di San Vigilio
La “Soffitta di Trento” propone un’edizione speciale in occasione delle “Feste Vigiliane”. Ci ritroveremo nella
Trento romana e faremo degli incontri speciali con alcuni personaggi dell’epoca. Ascoltando le parole originali
di San Vigilio, tratte da delle lettere che lui ha scritto e ricevuto nel 4° secolo, ci renderemo conto dell’attualità
del suo pensiero e dell’importanza fondativa di quel periodo per la nostra identità. Vedremo come il mito di
San Vigilio si sia sviluppato nel corso dei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri. Esploreremo la storia e il folklore
delle “Feste Vigiliane” ricordando un tragicomico evento avvenuto alcuni secoli fa e infine chiuderemo con
una storia scoppiettante.
Il nostro evento
(H)Amlet-spettacolo in salsa comica
COMPAGNIA dei GIOVANI – Trento
1 regista e 6 attori alle prese con l’Amleto: dalla
composizione di un cast talmente scalcagnato da volgere in
commedia la tragedia shakespeariana, le spassose
caratterizzazioni dei personaggi ci svelano il loro backstage,
tra problematiche di budget e improbabili quanto
“necessarie” attualizzazioni del testo, ironizzando su metodi
di preparazione, paturnie degli attori e fissazioni dei registi!
Il nostro evento
“QUANDO LA CITTA’ DORME”
di Fritz Lang, USA 1956, durata 100’
Gli ultimi tre film della nostra rassegna di quest’anno sviluppano un percorso sulle
modalità in cui Fritz Lang, regista tedesco tra i più grandi della storia del cinema, rende
visibile nei suoi film la propria delusione per la democrazia americana, in particolare
nella sua pellicola del 1956 “Quando la città dorme”.
All’avvento del nazismo in Germania, Fritz Lang sc
appò in America, come molti registi
tedeschi. Inventore con altri del genere noir o, in senso più lato, ‘poliziesco’, contribuì
molto allo sviluppo del genere negli USA. Ma dopo oltre vent’anni di permanenza fu
chiaro per lui che la democrazia americana no n rappresentava l’ideale da contrappore
al nazismo da cui era fuggito. Questa delusione non si esplicita, nei suoi films, in generici
elementi di contenuto propri della trama, quanto piuttosto in mutamenti dei dispositivi di
regìa, dispositivi di recitazio ne attoriale, dispositivi di cattura del colpevole che via via,
film dopo film, cambiano il modo di fare cinema proprio di Lang.
Attraverso la visione di tre successivi films cercheremo di portare alla luce questi
cambiamenti per leggere proprio nell’immag ine che Lang costruisce, i segni della sua
delusione americana.
“Quando la città dorme” può essere considerato una sorta di remake americano di “M.
Il mostro di Düsseldorf”. La sua visione ci renderà chiaro in che cosa consista la
delusione della democrazi a americana di Lang, delusione che si da non tanto in elementi
di contenuto o della trama, quanto piuttosto nella totale trasformazione della messa in
scena rispetto all’originale, ossia nel mutamento dei vari dispositivi, quello di regìa,
quello di cattur a del reo, nonchè quello di recitazione attoriale.
Il nostro evento
Al "The Social Stone" - come co-organizzatori -
martedì 10 maggio alle ore 19.30!
Non sapete se vi piace di più la scienza o la birra?
Allora questo è l'evento che fa per voi!
Pint of Science https://www.facebook.com/pintofscienceitaly torna finalmente nei vostri pub preferiti, con le nostre scienziate e i nostri scienziati pronti a raccontarvi le ricerche scientifiche più all'avanguardia, davanti ad un buon boccale di birra!!🍻!🍺!🍻!🍺
Il nostro evento
“GARDENIA BLU”
di Fritz Lang, USA 1953, durata 90’
Gli ultimi tre film della nostra rassegna di quest’anno sviluppano un percorso sulle
modalità in cui Fritz Lang, regista tedesco tra i più grandi della storia del cinema,
rende visibile nei suoi film la propria delusione per la democrazia americana, in
particolare nella sua pellicola del 1956 “Quando la città dorme”.
All’avvento del nazismo in Germania, Fritz Lang scappò in America, come molti registi
tedeschi. Inventore con altri del genere noir o, in senso più lato, ‘poliziesco’, contribuì
molto allo sviluppo del genere negli USA. Ma dopo oltre vent’anni di permanenza fu
chiaro per lui che la democrazia americana non rappresentava l’ideale da contrappore
al nazismo da cui era fuggito. Questa delusione non si esplicita, nei suoi films, in
generici elementi di contenuto propri della trama, quanto piuttosto in mutamenti dei
dispositivi di regìa, dispositivi di recitazione attoriale, dispositivi di cattura del
colpevole che via via, film dopo film, cambiano il modo di fare cinema proprio di Lang.
Attraverso la visione di tre successivi films cercheremo di portare alla luce questi
cambiamenti per leggere proprio nell’immagine che Lang costruisce, i segni della sua
delusione americana.
“Gardenia blu”, secondo film di questa serie, è interessante per il nostro discorso
perchè il regista mette in scena un dispositivo di cattura del colpevole completamente
diverso, potremmo dire quasi propedeutico a ciò che avviene nell’ultimo film della
prossima settimana.
Il nostro evento
I TONI MARCI – Trento
Un esperto quanto affiatato trio di amici cabarettisti alle prese con divertenti sketch, caratterizzati da battute spiazzanti ed esilaranti. Uno spettacolo frizzante che coinvolgerà gli spettatori fino a farli diventare coprotagonisti! Finalisti a numerosi concorsi nazionali di cabaret e forti anche delle esperienze televisive maturate negli scorsi anni, I Toni Marci tornano a far ridere la città che ha visto nascere il trio.
Il nostro evento
“M”. IL MOSTRO DI DÜSSELDORF
di Fritz Lang, Germania 1931, 117’
Gli ultimi tre film della nostra rassegna di quest’anno sviluppano un percorso sulle
modalità in cui Fritz Lang, regista tedesco tra i più grandi della storia del cinema,
rende visibile nei suoi film la propria delusione per la democrazia americana, in
particolare nella sua pellicola del 1956 “Quando la città dorme”.
All’avvento del nazismo in Germania, Fritz Lang scappò in America, come molti registi
tedeschi. Inventore con altri del genere noir o, in senso più lato, ‘poliziesco’, contribuì
molto allo sviluppo del genere negli USA. Ma dopo oltre vent’anni di permanenza fu
chiaro per lui che la democrazia americana non rappresentava l’ideale da contrappore
al nazismo da cui era fuggito. Questa delusione non si esplicita, nei suoi films, in
generici elementi di contenuto propri della trama, quanto piuttosto in mutamenti dei
dispositivi di regìa, dispositivi di recitazione attoriale, dispositivi di cattura del
colpevole che via via, film dopo film, cambiano il modo di fare cinema proprio di Lang.
Attraverso la visione di tre successivi films cercheremo di portare alla luce questi
cambiamenti per leggere proprio nell’immagine che Lang costruisce, i segni della sua
delusione americana.
Cominceremo con “M. Il mostro di Düsseldorf”, del 1931, uno dei suoi capolavori
assoluti, da lui diretto in una Germania non ancora nazista, che è, tra l’altro, il suo
primo film sonoro.
Il nostro evento
“L’ UFFICIALE E LA SPIA”
di Roman Polanski, USA 2019, durata 120’
Polanski si appoggia alla versione romanzata di Robert Harris (poi anche
sceneggiatore del film) per dare la sua lettura del caso Dreyfus, passato alla storia
come esempio colossale ed emblematico di discriminazione antisemita, sintomatico di
un clima europeo che presto sarebbe scivolato verso l’orrore nazista. La lettura
polanskiana nel sottotesto è tutta chiara in una sequenza del film, ambientata nello
statuario del Louvre, in cui si discute circa lo statuto di ‘falso’ o di ‘copia originale’ di
una statua di Apollo: originale, copia, verità, falsificazione sono poli che il film
articola tra loro, evocando, oltre a non pochi riferimenti alla propria vicenda personale
del regista, anche e sopratutto il nostro presente fatto di animosità faziose, di fake news
e di cacce alle streghe sempre rinnovantesi.
Il nostro evento
SINOSSI LIBRO:
Iris Galizia è un’investigatrice romana dai modi bizzarri: è pignola, fredda, riservata, e senza mai un capello fuori posto. Durante una sua breve vacanza a Milano, Iris viene chiamata a Napoli per risolvere un crimine, ma quando giunge in aeroporto per prendere il volo per la metropoli, si trova, suo malgrado, coinvolta in un altro caso: due persone anziane, moglie e marito, sono state trovate senza vita nel bagno della sala d’attesa. Mentre lei sospetta subito che si tratti di omicidio, il pigro commissario di polizia locale, Giorgio Inchiostro, rifiuta la sua teoria, nella speranza di tornare a casa il prima possibile. Purtroppo per lui, il medico legale conferma l’ipotesi di Iris sostenendo che i signori siano morti per avvelenamento. Starà ora ad Iris, capire chi è il colpevole di quel delitto in aeroporto.
AUTRICE:
Alice Wood è nata a Trento, ma ha vissuto prima in Canada e poi in Belgio coltivando così la passione per le lingue e la scrittura. Tornata in Italia si è laureata in Belle Arti e ha conseguito un corso specialistico di scrittura creativa, durante il quale ha iniziato subito a lavorare come scrittrice. Alice, ad oggi, ha scritto e pubblicato due libri per bambini e uno per ragazzi. Ha anche scritto e diretto tre cortometraggi, vincendo anche dei premi internazionali. Oggi giorno lavora a Verona come regista e scrittrice freelance.
Il nostro evento
“LA TERRA DEI FIGLI”
di Claudio Cupellini, Italia 2021, durata 117’
Un film di genere postapocalittico è indubbiamente cosa rara nella cinematografia italiana, e già questo basterebbe a stimolare la curiosità…..
Tratto da una graphic-novel omonima di Gipi, il film visualizza il dopo di una catastrofe non meglio precisata, che ha come ambientazione la pianura padana e il delta del Po. Un mondo dove la Legge non esiste più, sostituita dal principio dell’homo-homini-lupus, un mondo che non ha più memoria n traccia di ciò che era. Se il tema può essere quello della ‘colpa dei padri’, rei di non aver conservato un mondo migliore da consegnare ai figli, la flebile speranza è proprio la memoria di un padre trascritta in un quaderno in un mondo in cui, però, solo pochissimi sanno ancora leggere.
Il nostro evento
di Jan Komasa, Polonia/Francia 2019, 115’
Nel riformatorio (la ‘segheria’) in cui è rinchiuso, Daniel è diventato un profondo credente e vorrebbe diventare prete, ma i suoi reati gli impedisccono di entrare in seminario. “Ci sono altri modi per fare del bene”, gli dice il prete del carcere, ma Daniel non è daccordo, per lui l’abito fa il monaco e si improvvisa sacerdote di una piccola comunità, che si sta misurando con un traumatico avvenimento che ha diviso le coscienze dei suoi membri.
In apparenza una storia semplice e lineare, la messa alla berlina della ipocrita cattolicità della Polonia, il tentativo di Daniel di suggerire la riconciliazione della comunità laddove il prete vero ne irrigidiva le differenze, insomma i preti ‘falsi’ che sono meglio di quelli veri...Ma non è solo questo: perchè lo sguardo di Daniel è sempre doppio, rivolto verso il proprio intimo oltre che verso l’esterno. Daniel cerca Dio per trovare se stesso, e per farlo deve combattere contro le sue dipendenze, diventa una sorta di prete pop che lancia l’acquasanta a piene mani, in una sequenza che fa rima con il suo ballo da strafatto in discoteca; mette in dubbio il dogma del celibato per salvare l’impossibile storia d’amore con Marta; coniuga continuamene il ruolo sacrale con la sua natura di ragazzo perduto nell’impossibile tentativo di far coincidere l’essere e l’apparire, l’abito e il monaco appunto. E se alla fine si strappa la maschera esponendo il proprio corpo tatuato in una spoliazione quasi francescana, è per dire, in silenzio, che siamo tutti peccatori e non c’è possibilità di sfuggire al male.
Così il passato di Daniel porta il suo conto e la sua natura viene a riprenderselo.
Il nostro evento
mercoledì 16 marzo 2022 alle ore 20.30.
Ci sarà anche la possibilità di cenare alle ore 19.30
Per informazioni e iscrizione al film e/o cena, scrivere a: prenotazioni.socialstone@gmail.com (indicando nome, cognome e numero posti, specificando se solo proiezione o anche cena).
Green Pass Rafforzato obbligatorio.
"CHE FARE QUANDO IL MONDO E' IN FIAMME?"
di Roberto Minervini, Italia/Francia/USA 2018, 118 min.
Il documentario è girato interamente nella comunità afroamericana di New Orleans.
Immergendosi nei meandri più profondi della società americana, quelli meno visibili ai più, Minervini affronta la questione delle radici del razzismo nel sud del paese, continuando la sua personale ricerca di scrittura cinematografica del reale.
Si incrociano quattro storie, quattro finestre su un mondo e sulle dinamiche che lo muovono ma che, nello stesso tempo sembrano anche bloccarlo: Ronaldo e Titus, due fratelli che passano il loro tempo a zonzo e la madre che li ammonisce sui pericoli mortali dello stare in strada; Judy, ex ragazzina abusata, ex tossicodipendente, che sta per chiudere il suo bar e che cerca di motivare parenti e conoscenti ad affrontare le difficoltà della vita e ad autodeterminarsi; una piccola comunità indiana che si prepara alla sfilata del Mardi Gras con la minuziosa confezione dei costumi tra i propri canti tradizionali; infine un piccolo manipolo di
Black Panthers che indagano e manifestano per il quartiere invocando giustizia per i fratelli neri uccisi.
Le parole e le frasi pronunciate sono come un mantra che si ripete in un loop consolatorio, quasi sembrasse privo di ogni possibilità di incidere sulla realtà. Come il film stesso che non sembra indicare una possibile evoluzione della situazione, sviluppandosi piuttosto in una circolarità che, nondimeno e proprio per questo, solleva questioni urgenti, in America come dappertutto.
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